I vantaggi della mediazione familiare
I vantaggi nel rivolgersi, in caso di separazione o divorzio, a un percorso di Mediazione Familiare sono molteplici e di diversa natura per tutti gli attori coinvolti. Eccone alcuni.
- Vantaggi in termini di tempo. Siamo ormai abituati al fatto che i procedimenti legali, nel nostro Paese, abbiano vita lunghissima: anni, se non lustri e, nei peggiori dei casi, decenni. Da questa tempistica non è escluso il diritto di famiglia con i procedimenti di separazione. Ricorrendo alla Mediazione Familiare, i tempi necessari affinché i genitori cerchino e trovino accordi sufficientemente buoni per il loro nuovo assetto familiare si riducono drasticamente: considerando che la Mediazione Familiare prevede 10-12 incontri a cadenza quindicinale, in termini di tempo, da anni si passa a parlare di mesi.
- Vantaggi economici. I benefici economici sono per lo più legati all’accorciarsi dei tempi della separazione e all’evitamento di procedimenti giudiziari che, prevedendo normalmente l’attivazione di Consulenze Tecniche di Ufficio e di Parte, arrivano a costare diverse migliaia di euro per ciascun genitore. Al contrario, se si ha la fortuna di vivere in un Comune i cui servizi territoriali prevedono la presenza di uno o più mediatori familiari, un percorso di Mediazione Familiare può essere addirittura gratuito. Nel privato sociale i costi saranno politici, mentre nel privato puro una Mediazione Familiare raramente avrà un costo superiore gli 800 euro per genitore.
- Vantaggi emotivo-relazionali per i figli. I benefici maggiori a livello psicologico sono sicuramente per i figli di quelle coppie genitoriali che decidono di intraprendere una Mediazione Familiare. Nella prole di coppie separate può comparire con maggior frequenza, anche se nel 70-80% dei casi in maniera transitoria e non persistente (Hetherington, 1992), difficoltà emotive come stati d’ansia, alterazioni dell’umore in senso depressivo, calo del rendimento scolastico, isolamento, difficoltà a interpretare i propri sentimenti e le proprie emozioni, a entrare in relazione con i coetanei, ad avere relazioni affettive, abuso di alcol e sostanze, ecc…; nei bimbi piccoli si può osservare un maggior attaccamento a uno dei due genitori, maggior frequenza e durata di pianto e capricci, regressioni delle autonomie come enuresi, ripresa dell’uso del ciuccio o del succhiarsi il pollice, richiesta di essere imboccati, vestiti, ecc… A volte la situazione diventa così problematica che si arriva a osservare disturbi gravi della relazione genitore-figlio quale ad esempio la Sindrome di Alienazione genitoriale. Se la letteratura ha da sempre evidenziato queste criticità, è ormai assodato che queste problematiche nascono non a causa dell’evento separativo in sé, ma da come il conflitto viene gestito dai genitori e sentito dalla prole (Emery, 2008). Intraprendere un percorso di Mediazione Familiare in cui i genitori hanno la possibilità di elaborare i propri vissuti rispetto all’evento separativo, imparare a gestire il conflitto in modo costruttivo e trovare degli accordi insieme, funge da elemento preventivo e protettivo della psicopatologia del bambino e dell’adolescente sia a livello relazionale, a partire dalla relazione con i genitori stessi, sia a livello individuale, per quanto riguarda emozioni, sentimenti, vissuti.
- Vantaggi emotivo-relazionali per i genitori. Tali vantaggi psicologici valgono anche per mamma e papà come persone (una donna e un uomo la cui vita non termina con la separazione), come ex-partner (con un passato a cui dare nuovo significato) e come genitori (un legame che non si esaurisce con il divedersi, ma che occorre sapere reimpostare). È pane quotidiano del mediatore vedere come, con il succedersi degli incontri di Mediazione, le emozioni e i sentimenti dominanti all’arrivo dei genitori (collera, disperazione, confusione, sensi di colpa, autocompatimento, ecc…) mutino, con il susseguirsi degli incontri, in accettazione del nuovo assetto, indipendenza, alta autostima, maggiore consapevolezza, fiducia in sé e nell’altro. Questo è possibile perché, a differenza della via legale, la Mediazione permette l’elaborazione dell’evento separativo e il raggiungimento del cosiddetto “divorzio psichico” (Bohannan, 1970), ovvero la conclusione del percorso interiore di separazione che ciascun ex-partner dovrebbe compiere e che porta a sentirsi emotivamente autonomi rispetto all’altro e a ricominciare una nuova vita. Infine, attraverso un processo di Mediazione Familiare, i genitori possono acquisire insieme la capacità di comunicare, mettersi in relazione l’uno con l’altro e prendere decisioni per i figli senza sentimenti negativi e avendo nella mente solo ed esclusivamente il loro bene.
La mia esperienza in mediazione familiare
Dopo aver seguito il corso per diventare mediatore familiare presso l’Istituto di Ricerca in Mediazione Familiare (IRMeF) di Roma, dal settembre 2009 al settembre 2010 ho frequentato il Servizio di Mediazione Familiare del Centro per le Famiglie Villa Lais di Roma e dal novembre 2015 frequento la Sezione di Mediazione Familiare dell’Università Sapienza di Roma.
Bibliografia
- Ardone, R., Chiarolanza, C. (2007). Le relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e nella mediazione. Bologna: Il Mulino
- Bohannan, P. (1970). Divorce and after. An analysis of the emoziona and social problems of divorce. Garden City, New York: Anchor.
- Emery, R. E., (2008). La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme. Milano: Franco Angeli.
- Hetherington, E. M., Clingempeel, W. G, (1992). Coping with marital transitions: a family system perspective. Monographs of the Society for Research in Child Development. Serial No. 227, Vol. 57, Nos. 2-3.
Dott.ssa Mariangela Fiorelli
Psicologa Psicoterapeuta a Caserta (CE)